Lavorazione dell’oro strumenti e tecniche

lavorazione oroIl processo di lavorazione dell’oro inizia con la sua estrazione dalla roccia e il primo passaggio consiste nella sua purificazione, mediante una tecnica chiamata affinazione, dagli altri metalli presenti.
Il primo passaggio è la fusione che avviene all’interno di particolari vasetti chiamati crogioli e che resistono a temperature che superano i 1000°. Per la fusione dell’oro sono necessari anche il rame e l’argento e la loro composizione determinerà il risultato del prodotto finito. Una volta ottenuta la miscela desiderata, il composto verrà introdotto nel crogiolo e in seguito nel forno fino alla sua liquefazione. Una volta avvenuta, il prodotto viene versato dentro appositi stampi che serviranno per la realizzazione di lingotti. I lingotti vengono fatti passare ripetutamente dentro i laminatoi, delle macchine che servono per ridurre il loro spessore fino a farlo diventare un nastro sottile. Il nastro ottenuto verrà quindi tagliato da altri macchinari in scacchi che verranno inseriti all’interno di una risma di fogli di plastica chiamata forma. La forma viene inserita in magli che ridurranno gli scacchi in veli sottili ed omogenei con un processo chiamato battitura al cui termine si avranno le foglie d’oro. La forma viene quindi lavorata con l’uso di specifiche pinze di legno grazie a cui si estraggono le foglie per il successivo ritaglio con coltelli paralleli. Le foglie così lavorate verranno quindi inserite all’interno di libretti formati da strati di carta velina.
Questa è la tecnica principale di lavorazione dell’oro ma ne esistono altrettante che interessano sia il processo di raffinatura che di decorazione finale come la granulazione che era in uso fin dai tempi degli etruschi e che prevede la saldatura di piccole sfere su una base metallica che daranno un effetto finale granulare.

La cesellatura è la tecnica che permette di eseguire decorazioni a rilievo usando il cesello –un piccolo scalpello- e il martello battendo il metallo dall’esterno o dall’interno a seconda dell’effetto che si vuole ottenere poggiando il metallo su sabbia, cera o pece. Secondo secolo a.c. E’ una tecnica di decorazione a freddo e a differenza della goffratura, la lavorazione viene eseguita sul rovescio della lastra d’oro anche se per modellare alcuni dettagli viene martellata anche la faccia anteriore. E’ sicuramente la tecnica più comunemente usata rispetto alla rabescatura che consiste invece nella decorazione di una superficie metallica tramite piccole incisioni grazie alle quali creare giochi di chiaroscuro. Per quanto riguarda invece le pietre e la loro incastonatura nel metallo, una delle tecniche più diffure è la mise en pierre che è la fase preparatoria in cui viene disegnato -successivamente si passerà alla sua foratura- sul metallo l’alloggiamento della pietra da incastonare. La fase successiva è chiamata Mise à jour ovvero incastonare la pietra nella giusta posizione per permettere alla luce di attraversarla e migliorarne la brillantezza. Per quanto riguarda invece la decorazione manuale con l’ausilio dei vari attrezzi sia manuali che elettrici, si può trovare la flinquè o guillochage che consiste nell’incisione di motivi decorativi su una superficie metallica e nell’applicazione di uno smalto colorato che darà un effetto chiaroscuro. Un’altra tecnica fortemente utilizzata è la fusione a cera persa che consiste nel modellare l’oggetto con la cera ricoprendolo con uno stampo di argilla in cui il primo strato assume la forma dell’oggetto. Vengono quindi praticati due fori e scaldato in modo che la cera si sciolga ed esca dal foro alla base. Lo spazio lasciato vuoto dalla cera viene riempito con il metallo fuso e successivamente rifinito e lucidato.
Per la lavorazione dell’oro gli strumenti usati sono molteplici e di base, comune a tutte le tecniche, si trovano l’unghietta per fare delle linee curve, il profilatore per le linee dritte e lo zigrino (o spianatore) che serve per spianare la superficie attorno al disegno. Sono richiesti altri strumenti come scalpelli di varie dimensioni, raschiatoi ovvero lame a sezione triangolare, raspini che hanno lame a doppio taglio e brunitoi per comprimere l’oro oltre che al crogiolo che servirà per la fusione iniziale. Inoltre verranno usate anche frese e trapani con punte diamantate oltre che dischi lucidanti per il passaggio finale.

Quando un gioiello si rovina, non sempre è possibile ripararlo, poiché in base alla lavorazione utilizzata per la sua realizzazione, è possibile che eventuali tentativi di saldatura siano evidenti. In questo caso potrebbe essere più conveniente far fondere il gioiello e cercare di farlo riprodurre presso un laboratorio orafo, oppure recarsi presso un negozio compro oro e vendere l’oro usato.